San Giorgio

 

San Giorgio e il drago

San Giorgio

compagno di viaggio

di chi si impegna nella lotta spirituale

di chi crede fortemente nella vittoria della Vita sulla morte

di chi riconosce umilmente la sua fragilità e accoglie la protezione amorevole di Cristo.

 

Il culto di san Giorgio è di origine antichissima e comprende vaste zone della cristianità: sono tantissimi i fedeli che lo venerano e che continuano a tributargli devozione, anche attraverso l’intitolazione di luoghi sacri e civili. La sua figura e la sua biografia sono però ancora oggi avvolte dal mistero.

Le notizie più accreditate ci giungono dalla Passio Georgii, che il ‘Decretum Gelasianum’ del 496 classifica tra le opere apocrife. Ne parla inoltre Teodoro Perigeta nel 530, attestando che a Lydda (oggi Lod, presso Tel Aviv in Israele) era sorta una basilica sulla tomba di san Giorgio e compagni, martirizzati sotto Diocleziano nel 303. Attorno a questo nucleo storico, confermato da altre fonti, si costruisce dunque una complicata leggenda, alla quale si aggiunge, in epoca tardiva, il noto episodio della fanciulla salvata dal drago.

È soprattutto Jacopo da Varagine († 1293) nella sua Leggenda Aurea, a presentarci san Giorgio come cavaliere eroico, influenzando enormemente l’arte e la fantasia popolare. Nella Leggenda Aurea vengono ripresi alcuni importanti rimandi simbolici sviluppati al tempo delle Crociate, per cui il drago corrisponde al nemico di Cristo, e la lotta di san Giorgio viene a rappresentare la vittoria di Cristo sul maligno e sulla morte.

La figura di san Giorgio è dunque legata al combattimento spirituale che inevitabilmente accompagna il cammino di fede del discepolo di Cristo, la lotta interiore che egli è chiamato a intraprendere contro i pensieri e gli idoli che lo ostacolano nella relazione profonda e serena con il suo Signore.

 

Per approfondire:

Il combattimento spirituale

Descouvemont Pierre, Il combattimento spirituale. Come uscirne vittoriosi,  San Paolo Edizioni, 2010

Pierre Descouvemont, prete della diocesi di Cambrai (Francia), ci propone in questo libro un’attenta e arguta osservazione delle strategie del maligno per allontanarci da Dio, incoraggiandoci e suggerendoci i rimedi, perché il nostro combattimento spirituale ci conduca alla pace autentica dell’incontro con il Padre buono.