San Giuseppe Benedetto Cottolengo

 

 San Giuseppe Cottolengo

San Giuseppe Benedetto Cottolengo

compagno di viaggio

dei malati rifiutati da tutti

degli ultimi

di chi si consuma nella vicinanza ai malati.

È numerosa e solida nella fede la famiglia in qui nasce Benedetto Giuseppe Cottolengo, il 3 maggio 1786, a Bra (CN). Dopo l'ordinazione sacerdotale, l'8 giugno 1811, e i primi incarichi pastorali a Bra e a Corneliano d'Alba, Giuseppe consegue brillantemente la laurea in teologia a Torino; qui, nel 1818, viene nominato canonico della chiesa del Corpus Domini, prodigandosi nella predicazione, nelle confessioni e nell'aiuto dei poveri.

Nel settembre del 1827 il Signore tocca profondamente il cuore di Giuseppe attraverso una situazione di grande sofferenza: una famiglia in viaggio da Milano a Lione, in cui la madre gravemente ammalata viene respinta da tutte le strutture preposte. Il Santo si trova ad assisterla negli ultimi istanti della sua vita, nella disperazione dei familiari. Egli comprende che quell'incontro è per lui una grazia di conversione, intuisce la necessità di luoghi di cura per i malati rifiutati da tutti e a loro dedica ogni sua energia e ogni suo talento. I primi infermi vengono accolti in due stanze davanti al Corpus Domini, e poi via via, anche attraverso l'aiuto di alcune giovani che scelgono di consacrasi – il primo nucleo delle suore Vincenzine – gli spazi e i servizi aumentano. Allo scoppio dell'epidemia del colera il Cottolengo è costretto ad affittare uno stabile nella zona Valdocco e lì, il 27 aprile 1832, vi porta il primo giovane, colpito da cancrena. Nel giro di pochi mesi i locali si ampliano e nasce così la Piccola Casa della Divina Provvidenza, che accoglie bambini orfani, mutilati, malati acuti e cronici, portatori di gravi diasabilità, anziani soli e non più autonomi. I finanziamenti giungono esclusivamente dalla Provvidenza, alla quale il Santo sempre si affida e invita ad affidarsi. Nel 1833 il re Carlo Alberto riconosce ufficialmente la Picola Casa; è solo il primo di numerosi e prestigiosi attestati di stima, tra i quali anche quello di Camillo Cavour. Dalla grande attenzione riservata alla preghiera e alla cura spirituale dei malati nascono molti rami religiosi, maschili e femminili, oggi unificati nella grande famiglia cottolenghina.

Il Santo muore il 30 aprile 1842, lasciando una straordinaria eredità di bene e di speranza.

 

Il libro del mese:

L'arca della carità:
vita di san Giuseppe Benedetto Cottolengo.

Gianni Maritati, Città Nuova 2000

Un ottimo testo per camminare insieme a san Giuseppe Benedetto Cottolengo; Gianni Maritati, con la penna felice e fresca del giornalista, ci aiuta a scoprire i tratti più luminosi di questo grande uomo di Dio, la sconcertante fecondità della sua tensione al bene e della sua generosità radicale nel darsi con gioia agli ultimi.