Sant'Eusebio

Sant'Eusebio di Vercelli

San'Eusebio di Vercelli

compagno di viaggio

di chi annuncia la gioia di Cristo Risorto

di chi difende con coraggio e sapienza la fede cristiana

di chi cerca la vita fraterna.

 

La vita:

Nato negli anni tra il III e il IV secolo in Sardegna, Eusebio è il primo Vescovo del Piemonte: vi giunge mandato da papa Giulio I, che ha modo di apprezzarlo negli studi ecclesiastici a Roma. Verso il 345 viene dunque nominato Vescovo di Vercelli e subito inizia la sua opera di evangelizzazione, coniugando il fervore pastorale con una forte vita di preghiera e di attenzione alle relazioni fraterne, tanto da chiedere ai suoi preti la vita in comune e da fondare anche una comunità di donne consacrate.

Maestro di Sacra Scrittura, è anche fine teologo, coraggioso nella lotta all’arianesimo e nella difesa di Atanasio e dei principi del concilio di Nicea nel Concilio di Milano (355). Per la fermezza delle sue posizioni, l’imperatore Costanzo (figlio di Costanzo il Grande) lo manda in esilio a Scitopoli , in Palestina, e poi in Cappadocia e nella Tebaide egiziana. Pur provato dall’indigenza e dalle torture, non risparmia energie nel sostenere i suoi fedeli, come testimonia la splendida corrispondenza con i vercellesi, piena di calore e fiducia.

Il suo esilio termina con la morte dell’imperatore e gli vengono concessi ancora dieci anni di intenso lavoro intorno alle Scritture e all’annuncio in zone sempre più vaste, ben oltre i confini di Vercelli. Conclude la sua “corsa” terrena il I agosto del 371. Da sempre patrono di Vercelli, è dichiarato da papa Giovanni XXIII Patrono del Piemonte e della Valle d’Aosta.

 

 

 

Per approfondire:

Laudato si

Papa Francesco, Laudato si'.

Una lettera per tutti, per i credenti ma anche per chi si sente lontano dalla fede: questa Enciclica dedicata all'ecologia è per tutti coloro che hanno a cuore il senso del nostro vivere, il futuro del pianeta, la sorte degli uomini e soprattutto dei più deboli e poveri. Il lettore è accompagnato da Papa Francesco a guardare la realtà con uno sguardo lucido ma anche fiducioso, in un approccio integrale, che tiene insieme ogni dimensione della vita e che la orienta al disegno di infinito amore del Padre.