Jacques Fesch

 

Jacques Fesch

Jacques Fesch

compagno di viaggio

di chi non trova pace

di chi teme di non poter essere perdonato

di chi dubita di poter cambiare.

 

La vita:

Jacques Fesch nasce nei pressi di Parigi il 6 aprile 1930 in una famiglia dell’alta borghesia; mentre la madre lo educa ai valori cristiani, il padre ostenta un radicale ateismo, che manifesta con cinismo e arroganza. Ragazzo fine, sensibile e poco espansivo, a 17 anni Jacques abbandona la fede e inizia a condurre una vita sregolata.

Il 5 giugno 1951 sposa a Strasburgo Pierrette, conosciuta nei tempi del liceo, e il 7 luglio dello stesso anno nasce la loro Véronique. I fallimenti nel lavoro e i contrasti tra le famiglie incidono sulla giovane coppia, tanto che Jacques prima se ne va, e poi torna ma in modo disordinato e con atteggiamenti di delusione e intolleranza. Per acquistare un battello a vela che soddisfi il suo sogno di navigatore solitario, il 25 febbraio 1954 tenta una rapina in un negozio di cambiavalute, a Parigi. Sentendosi braccato dalle forze dell’ordine, cerca un varco con la rivoltella, ferendo alcune persone e colpendo a morte un agente di polizia. Al processo dichiarerà che aveva mirato alla gambe – era molto miope- senza intenzione di uccidere. Nel carcere egli torna progressivamente alla fede, superando le forti incomprensioni con Pierrette e la notizia della condanna alla ghigliottina, che giunge implacabile il 6 aprile 1957. L’apertura alla misericordia di Dio e l’abbandono confidente al suo volere buono lo orientano anche nelle relazioni con i familiari, tra cui la figlia tanto amata, per la quale scrive uno straordinario Diario intimo. La disciplina ascetica con cui struttura le sue giornate e la preghiera intensa lo accompagnano nella dimenticanza di sé e nell’offerta della sua sofferenza per la conversione dei suoi cari. Nei mesi in cui attende l’esecuzione, che verrà addirittura anticipata a causa della pressione della polizia, si alternano diversi stati d’animo, ma alla fine prevalgono la fiducia in Dio e la pace profonda. Ho il cuore nella gioia e il paradiso comincia a scendere nella mia anima, scrive alla suocera. Il I ottobre, festa di santa Teresa di Lisieux che egli ama molto, si presenta al patibolo sereno, non come un condannato, ma come chi fa dono della sua vita.

Nel 1987 il cardinale Lustiger, arcivescovo di Parigi, riceve la domanda di aprire la causa di beatificazione di Jacques Fesch, che, condannato alla ghigliottina in Francia, si offre a tutti gli uomini del nostro tempo come una fonte di grande speranza.

 

Per approfondire:

Jacques Fesch

Ruggiero Francavilla, Jacques Fesch. L'avventura della fede di un condannato a morte, Edizioni Paoline 2006

In queste pagine intense Francavilla riporta gran parte degli scritti di Jacques Fesch e ne ricostruisce la biografia, ma soprattutto ne lascia emergere la profondità spirituale, la forza della fede, la gioia dell’incontro con Cristo: grande e alta testimonianza per il tormento e gli smarrimenti che attraversano il nostro tempo.